La più bella del paese
Con la preziosa partecipazione di Lidia Popolano
Il cielo le aveva fatto un dono, quello di essere la più bella di Pantagorro al Lago, piccolo paesino sito alle pendici dei colli Euganei. Illuminata Senzaluce, la più piccola delle sorelle che facevano girare la testa a tutti i maschi in età da moglie, scese la scalinata in pietra che conduceva a Piazza Fratelli Forzuti e abbassò la testa, volgendo lo sguardo al selciato. Ormai conosceva a memoria ogni mattonella, filo d'erba e tombino, ma quello era l'unico modo per evitare gli sguardi di Marcello Strozzacane e Lorenzo Poitiscappa, il primo macellaio e culturista per passione, il secondo proprietario del bar pasticceria specializzato in bombe alla crema. I soliti due fischi, i commenti che la facevano diventare rossa e il conteggio dei passi che la separavano dall'angolo della salvezza (così lo chiamava lei), trentuno esatti. Illuminata odiava quel paese, dove le strade erano obbligate e che per raggiungere un posto dovevi per forza usare le stesse. Il suo ufficio, dove lei lavorava come aiuto commercialista, era raggiungibile esclusivamente da lì, quindi l'assalto da parte dei due era inevitabile. Si preparò, tirando un respirone, ma arrivata al punto fatidico un silenzio totale aleggiò nel vicolo. Forse si era assuefatta al rito, ma era sicura che intorno a lei non si muovesse una mosca. Azzardò e girò la testa verso i negozi. Dei due nessuna traccia, tanto che ci rimase quasi male, ma contro ai vetri scorse due manifesti che la incuriosirono. Facendosi forza si avvicinò e strabuzzò gli occhi. Alle nove di quella mattina, quindi fra pochi minuti, nella sala rossa del Comune si sarebbe tenuta la presentazione del concorso di bellezza. Il primo in assoluto a Pantagorro. Tra i tanti sponsor lesse anche il nome del suo studio. Non ci poteva credere, non ne sapeva nulla, ma quando gli occhi si posarono sui nomi delle partecipanti, per poco non crollò a terra secca: il primo della lista era il suo!
Ora, Illuminata era una di quelle donne, una di quelle persone, che la vita ha dotato di risorse trasparenti, trasparenti solo ai suoi occhi naturalmente, gli altri le riconoscevano a prima vista ... il nome le comprendeva e racchiudeva tutte: luce nei suoi occhi verdi, luce nelle movenze delle mani, luce nei capelli ramati, luce nel sorriso, luce nel movimento dei suoi fianchi, luce ... chiunque di voi avrà capito di cosa parlo. Luce dovunque, tranne che nella sua fragile mente che sembrava dormire beata un sonno d'innocenza e ingenuità comoda per il suo pauroso cuore ma, soprattutto, per gli altri che ne potevano fare ciò che la loro malignità suggeriva al momento. Così, Illuminata era abituata agli scherzi, agli sfottò e anche a burle come quella dell'iscrizione al concorso di bellezza, senza metterla al corrente. Non che lei non lo avrebbe desiderato, ma era così inconsapevole delle proprie possibilità che certamente avrebbe presentato la domanda fuori tempo ... a questo punto avrete perso ogni speranza e fiducia in lei, ma vengo subito a rassicurarvi, tra le numerose doti di Illuminata, ce n'era una che eguagliava e superava tutte le altre. Illuminata era molto orgogliosa e caparbia e se qualcuno aveva voluto metterla in ridicolo, non avrebbe certo passato i prossimi minuti a piagnucolare ... alzò la testa, scosse i capelli, tirò un sospirone e corse da Pigliatura, la giovane e creativa parrucchiera che stava aprendo le saracinesche proprio in quell'istante.
-Chiudi le saracinesche e prendi con te un po' dei tuoi attrezzi- le disse trafelata mentre Pigliatura la guardava sbalordita girare l'angolo senza riprendere respiro.
-Tra due minuti ripasso a prenderti. Corri!- e riprese a correre verso il negozio di Bice, la sartina.
- Bice Bice!! E sia! Stavolta non mi fregano! Ci partecipo a quel concorso e lo vinco pure! Basta fare la Maria Goretti de noialtri! Basta incolonnare numeri, da oggi si cambia registro! Le selezioni preliminari sono proprio oggi...ho due ore per trasformarmi da Illuminata Senzaluce a Lummy Fanalina! Allora Bice!?!? Sbrigati! La selezione è solo tra un'ora e 53 minuti!-
- Si, ecco... adesso ti preparo due o tre outfits che dovrebbero valorizzare il tuo fisico...questi sono tutti pantaloni a vita bassa con cavallo minimal e poi un misto di canotte mooolto particolari...-
- Vita bassa? Ma questi non sono pantaloni col cavallo basso! Questo è un pony incrociato ad un bassotto! Questo è un po' più alto di una scatola di cerini, ma più basso di un accendino! Per portare quei pantaloni lì devi avere una predisposizione delle ossa del bacino! Con quelli giro con mezzo rimorchio da fuori! Non ce la posso fare...non sono abituata...-
- Non dire sciocchezze Luminol, basta solo che eviti di sederti. Devi restare sempre in piedi. Mai abbassare la guardia, se non vuoi che la grondaietta che dalla schiena porta giù faccia capolino...Io lo chiamo effetto muratore-carpentiere. Sai, quando i muratori si lasciano scivolare le braghe, calare i cavalli e poi si piegano per scazzuolare e...sbam esce fuori una fetta di lato b floscio e pallido...Imbarazzante.-
- Appunto...sarebbe imbarazzante, ma resto in piedi! Si si si...Ce la posso fare...-
Illuminata fece incetta di vestiti che pensò bene di far segnare sul libro spese dello studio. Avevano voluto iscriverla? E allora che pagassero! Corse verso il negozio di Pigliatura e la trovò pronta con borsa e attrezzi. La parrucchiera, grande amica sua, poteva avere tutte le carte in regola per partecipare anch'essa.
-Infatti ci sono- disse a Illuminata. -Anche se con te in gara...-
-Ma non farmi ridere, che io e te ci giochiamo il primo e secondo posto- si girò intorno e notò che quella mattina Pantagorro al Lago sembrava un cimitero prima dell'orario di apertura.
-Dove sono finiti tutti?- chiese all'amica.
-Di sicuro in Municipio. Vuoi che la cittadinanza si perda un evento così, visto che l'unica attrazione del paese è la festa di Santa Catena da Fildiferro, dove sono presenti tre banchi di alimentari e lo stand della Folletto?-
In effetti Pantagorro non era quel postone di vita che si poteva immaginare. Un concorso di bellezza avrebbe attirato gente dalle vicinanze e magari qualche bel ragazzo che non fosse Strozzacane e nemmeno Poitiscappa. Insieme a Pigliatura raggiunsero casa sua e, quando la madre la vide rientrare, per poco non le venne un colpo.
-Ma che ci fai a casa? Ti hanno licenziata? Madonna mia adorata, e ora? Ti devi trovare uno ricco che ti mantenga. Con il fisico che ti ritrovi, che modestamente hai preso da mamma...-
-Stop!- le gridò Illuminata. -Non c'è tempo! Devo... anzi dobbiamo diventare le più belle di Pantagorro, e questo nella prossima mezz'ora!-
-Vi preparo un bell'ovetto strapazzato col marsala e i savoiardi, che vi distendono la pelle e vi fanno brillare il volto!- .
-Si, dai foruncoli...- commentò Pigliatura.
Di recente, tra l'altro, Girocolla Li Fornari era sparita. Sul momento, in paese, la notizia fece il giro completo un paio di volte, tra la meraviglia generale, fino a quando un geniale inventore aveva detto in gran segreto ad un lontano parente di un amico della cugina della cognata dello zio del macellaio che Girocolla era andata a lavorare all'estero.
Per un paese come quello, andare all'estero poteva significare anche una città a venti chilometri di distanza, ma tant'è. Per un po' i maschietti del paese avevano rimpianto il bellissimo posteriore ed il fisico veramente notevole di Girocolla, poi avevano trovato pace. Anche perché per quanto riguarda il viso la poverina non si poteva guardare. Aveva la bocca come la grata di una chiusa ed un naso a becco di papera che anche i grandi occhioni scuri non riuscivano a compensare. Una stonatura di un flauto in un concerto di archi. I maligni avevano persino detto una delle battute più cattive che si potessero inventare: che la Girocolla andava guardata solo se portava un sacchetto in testa. Si diceva che in un primo momento lei fosse fuggita con il dentista, il Dottor Tisistemo. Niente comunque poteva competere con la sopresa che tutti ebbero quando Girocolla tornò in paese proprio quel giorno.
Il taxi atterrò nella piazza mentre Pigliatura faceva il super trattamento ad Illuminata. Atterrò, perché era arrivato a tutta birra come un aereo sulla pista di atterraggio. Pigliatura, per curiosità, era andata alla finestra a vedere chi poteva essere quell'asino che si divertiva a fare le sgommate in piazza e... TAC, eccola lì, la Girocolla che scende dal taxi bella come la luna d'estate. Più o meno. Per lo meno, rimessa a nuovo e decisamente più guardabile.
- Oh, porc... - commentò la ragazza e Illuminata, con il viso incetriolato dalle maschere sussultò.
-Che c'è, che succede?- Illuminata si agitò sulla sedia. -Dimmelo altrimenti ti squarto come il capretto di zio Natale a Pasqua!-
-Niente, tesò, mi è caduta la matita correttrice per gli zigomi- cercò di agiustare le cose. -Ora rilassati, che manca poco e poi pure io mi devo sistemare-.
Ma la sfortuna voleva che Girocolla abitasse nello stesso palazzo e che per salire le scale usasse l'inconfondibile sistema di caricare più il piede sinistro, finendo con fare il rumore di un tamburo un passo si e uno no.
-Ahhhhhhh!!!!!- Illuminata si strappò cetrioli, machera e asciugamano che le cingeva i capelli. -Lei, la strega, la megera, quella santissima zocc....- e corse verso la porta d'ingresso.
Se la ricordava fisicamente bella, ma dal viso inguardabile, invece quella che si trovò davanti era una bellezza mozzafiato, con naso, orecchie, mento, zigomi, contorno occhi, rughe d'espressione, denti, labbra e collo rifatti ad arte. Solo il sorriso da culo di gallina era rimasto, e Illuminata la riconobbe per quello.
-Ciao Luminol, ti vedo sciupata- la apostrofò Girocolla -Non mi dire che ti stai preparando per il concorso di bellezza! Ma ti vedi? E più che altro, mi vedi?-
-Certo con i soldi che avrà tirato fuori Titrasformo!- esclamò Pigliatura, affacciandosi a sua volta. -Ma è la bellezza naturale che vince, non i ritocchi- poi strabuzzò gli occhi. -Ma che ti sei fatta, una sesta di tette?-
-A parte che il mio amore si chiama Tisistemo, ebbene sì, e pure il sedere. Ci si vede ragazze, morite d'invidia e fate largo a Girocolla, Miss Pantagorro al Lago!-
Nella piazzetta prospiciente il Municipio la folla rumoreggiava. Ma non erano mormorii di disappunto, bensì di curiosità ed apprezzamento nei riguardi di tutte quelle belle figliole che lentamente stavano raggiungendo la sala della presentazione. Marcello Strozzacane e Lorenzo Poitiscappa troneggiavano già da parecchio in prima posizione, tenuti a stento dai due unici vigili urbani del paese, uno dei quali cugino di Marcello.
-State buoni, che mi tocca multarvi- li apostrofò Romualdo Strozzacane, per tutti "Leone senza denti", a causa del suo modo di fare autoritario che si scioglieva in panico nello sguardo incavolato dell'interlocutore. -Il Sindaco sarà qui a breve, perciò buoni!-
-Ma che ci frega del Sindaco- urlò una voce non ben definita tra la folla. -Noi siamo qui per lustrarci gli occhi!-
E in effetti da lustrare ce n'era parecchio, vista la passerella di visi sorridenti e passi ancheggianti. Ma fu quando Girocolla Li Fornari comparve nella piazza che il silenzio calò sula folla. Bella, una spanna sopra le altre, fisico statuario. Scese dall'auto guidata da Tisistemo, buttò la testa all'indietro facendo svolazzare la chioma, quindi posò il piede a terra, facendo aprire lo spacco vertiginoso sino all'altezza dell'anca. Rumore di deglutizioni, sospiri, fino a quando qualcuno gridò: -Illuminata!- Le teste si girarono e dall'altra parte della piazza, come duellanti in un film western, apparì la bella Senzaluce, seguita a ruota da Pigliatura. Tre bellezze mozzafiato, tre sguardi assassini, tre artigli pronti a scattare e sbranare. Lorenzo Poitiscappa riuscì a divincolarsi e, raggiunta Illuminata, si gettò ai suoi piedi: -Ti sposo, ora, subito, se il Sindaco ce lo permette! - La ragazza gli appioppò una gentile pedata nelle costole.
La Sala Consiglio non poteva contenere più di una ventina di persone oltre alle ragazze e le personalità. Il Sindaco Wilfredo Comacchi di Terrabonella, nobile caduto in disgrazia da generazioni, ma tornato a brillare in ambito sociale grazie alle giuste conoscenze, guardò i presenti rivolgendo un ampio sorriso. Venti ragazze, tutte sedute nelle prime file, una selezione di bellezze Pantagarresi e zone limitrofe che rendevano l'ambiente luminoso, riuscendo persino a strappare un sorriso dal viso di Gennaro Forlimpopoli, capogruppo della minoranza ed acerrimo nemico di Wilfredo.
-Per prima cosa grazie di essere venute- iniziò il primo cittadino. -La nostra cittadina, famosa per il lago che si snoda attraverso tutto il territorio, ha l'onore di poter indire il primo concorso di miss, attraverso il quale proporre a livello regionale, quindi nazionale, una candidata al titolo di miss Italia -. Rumori di risa e gradimento si sollevarono. -Siamo quindi qui riuniti per presentare le concorrenti, tra le quali spiccano ben quattro candidate appartenenti al nostro Comune-.
Illuminata e Pigliatura si guardarono, poi rivolsero gli occhi verso Girocolla. I conti non tornavano, anche "miss chirurgia estetica" sembrava spaesata. Chi diavolo era la quarta?
-Le signorine Illuminata, Girocolla e Pigliatura sono qui presenti, tra breve dovrebbe giungere Maria Assunta Dolcezza, che da qualche anno manca da Pantagorro-.
-Che?!?- urlò Girocolla inviperita. -Ora partecipano anche le suore?-
Il silenzio calò nella Sala Consiglio, il Sindaco tossicchiò per ritrovare la voce, Illuminata avvertì un capogiro. Dolcezza si era fatta o no suora di clausura cinque anni prima?
- Parlo io! Non ci sta bisogno di confetture! Sono perfettamente regolizzata! - Dolcezza aveva, evidentemente, una concezione della lingua italiana tutta personale e alquanto bizzarra. - E' vero, sono stata una suora nel Convento dell'Ordine delle Verginissime Immobili, Silenziate e Pantofolate a Rocca di Mezzo Alta. Ma non è andata. Quando mi hanno spiegato che clausura voleva dire che non potevo uscire, ho declamato: "Non ci sto!" Mi sono fatta dimettere dal lavoro di suora e mi sono messa a studiare estetismo all'Istituto "Immagine e splendezza" sempre di Rocca di Mezzo, però Bassa che è più altolocata. Ragion per la dunque, ho saputo del concorso e ho deciso di farne partecipe. -
- Non è giusto!- tuonò Illuminata. - Chi ha questo genere di trascorsi, non può essere ammessa ad un concorso di bellezza! E poi, non si capisce una beata fava di quello che dice!-
- La signorina Dolcezza ha tutto il diritto di stare qui!- Intervenne il Sindaco Wilfredo e aggiunse: - Che ne dite, vogliamo fare qualche domanda a queste splendide fanciulle per conoscerle meglio?- Alla domanda si levò un applauso di palese approvazione.
- Lei, ad esempio, signorina Girocolla, ci dica qual'è il suo desiderio più grande...- Seguitò l'uomo.
- Ecco, io...il mio sogno più grande è quello di vedermi recapitare a casa dall'Interscarpa un'enorme fascina di scarpe miste. Stivali a mezza coscia, a coscia intera, senza coscia, sandali, zatteroni, anfibi, pantofole pelose a muso di facocero e ciabattine dorate con piume di pelo di pidocchio dell'Alaska. Il tutto mescolato a infradito variegate. E pinzato su una delle fibbie dei sandali, un bigliettino con su scritto "Seguimi"... Questo è quello che voglio!! Niente altro!! -
Dopo un inchino che servì a meglio osservare il decolletè sesta misura della Girocolla, il Sindaco proseguì: -E lei Signorina Illuminata, cosa ne pensa dell'istituzione di questo concorso? - Illuminata subito pensò di far emergere la sua brillante intelligenza per far colpo sul pubblico: - Penso, Signor Sindaco, che sia stata un'idea davvero illuminante per mettere nella luce che merita il nostro luminoso paese. Era da molto che si sentiva la necessità di una nuova luce e Lei, Signor Sindaco, con questa idea luminosa, ha dato una scossa da fuoco artificiale! - Il Sindaco, capo anche della giuria, fece un sorriso che partiva da un orecchio e andava fino all'altro e ringraziò con un inchino fino all'altezza del lato B dell'Illuminata che tornava al suo posto. - Ed ora tocca alla Signorina Pigliatura. Cosa l'ha portata a scegliere la sua professione? - e Pigliatura si profuse in una spiegazione che incantò la platea tanto era spigliata nell'eloquio. Il pubblico l'ascoltava a bocca aperta, gli uomini anche un po' sbavando, tanto che il Wilfredo dovette tranciare il monologo non senza provocare dei mugugni nei presenti. Non c'era che dire: forse la Pigliatura non era bella come le altre tre, ma di sicuro era una grande affabulatrice. - Ed ora signore e signori, la domanda a suor... ehm... alla Signorina Dolcezza. Ci dica Maria Assunta, cosa ne pensa della fame nel mondo? - Maria Assunta rimase un attimo interdetta: - Ma il mi scusi lor Signor il Sindaco, ma voi come faceva a sapere che io tengo fame? Non ce lo dissi a checchissè. Forse la mi vede sciupata? Mi sta per cercando di dirmi che non ho un bel figurone? Glielo posso assicurare lor Signor Sindaco, la fame che mi atterraglia non sarà di pregiudizievole alcuna allo svolgimento dell'assente concorso!- e con codesta affermazione sollevò il mento in segno di assoluta serietà.Wilfredo,che questa volta non sapeva dove guardare,la fece accomodare.
-No, un momento! Un'altra domanda ve la voglio fare...Ebbene, ditemi, per esempio, cosa pensate della donna...nel senso: quali doti deve avere una pollastr...ehm...una donna per essere apprezzata da un uomo? - Wilfredo arrossì visibilmente per la gaffe. - Cominci pure lei, Illuminata.
- Io di certo non sono quel che si dice "bella, zitta e pure casalinga!" Bella lo sono, questo è evidente, non ci sono cazzi! Ma in casa ci sto solo se ho l'influenza e non taccio manco morta! Manco se mi legano la glottide con una strisciolina di intestino per la salsiccia! Io parlo! Eccome se parlo! -
- Si...si si... abbiamo capito il tipo - disse l'uomo - E lei Girocolla?-
- Guardi, adesso che ci penso...con un buon conto in banca posso fare pure la muta di Portici 2 la vendetta. Come mi so adeguare io, non lo fa nessuno!-
- Resta solo Dolcezza, adesso...prego...ci dica cara...-
- Domanda complicata... io penso di tenere tutte le cose che avete proclamato a posto! Devo solo fare migliorie nella casalingheria. Potrei imparare a cucinare dico io! Ma non è che non so cucinare...è che non faccio la spesa. Sembra una cosa cretina, ma è cervellotico cucinare solo con le pignatte vuote. Adesso nel mio frigorifero ci sta una buona quantità di ghiacciaio e una patata novena con il gerfoglio più alto di me. Si...sono sicura che se mi imparo a fare la spesa, riesco a cucinare.-
- E con questo - intervenne il Sindaco per mettere fine a quella sciagura verbale il prima possibile - con questo abbiamo proprio terminato! Possiamo votare ed eleggere la più bella del paese!-
La prima idea era stata quella di fare una votazione con bigliettini messi in un contenitore, scartata quasi subito. Era più rapido e semplice andare per alzata di mano, tanto più che l'intero paese era radunato nello stesso luogo, per la prima volta da un bel pezzo.
Il sindaco chiamava i nomi delle candidate e dopo brevi commenti, alcuni irripetibili, il pubblico alzava la mano. Obnubilato Oftalmico, consigliere, era incaricato di contare una per una le mani alzate ed in poco tempo decretò che due delle ragazze in lizza erano a pari voti, mentre le altre due avevano ben un punto di vantaggio.
- Situazione finale - proclamò il Sindaco - Seconde classificate a pari merito le signorine Dolcezza Maria Assunta e Pigliatura. Prime a pari merito le signorine Senzaluce Illuminata e Li Fornari Girocolla. Ricordando altresì che per la delibera comunale dell'agosto scorso, la vera bellezza è signorina mai allontanata dal paese, dichiaro vincitrice Illuminata Senzaluce -
Il pubblico andò in visibilio e mentre Pigliatura andava sportivamente ad abbracciare Illuminata, la corona della gioielleria Svolazzi arrivava in volo addosso alla vincitrice, lanciata da una Girocolla furiosa.
- Eh, ma quella quadrupede di una contendente... - commentò Illuminata togliendosi una scarpa col tacco e provando a martellare l'avversaria. Pigliatura non riuscì a trattenerla.
- A chi hai detto quadrupede, eh? - risposero ad una voce Girocolla e Dolcezza lanciandosi sulle altre due. In poco tempo la sala divenne un turbinio di scarpe, sciarpe e carpe in volo, nel trambusto generale. Il giorno dopo il paese era deserto, cartacce e volantini del concorso a terra, scarpe e carpe sparse ovunque. Per anni si continuò a parlare della prima Miss del paese.