Marisa Cappelletti

Marisa Cappelletti

Marisa Cappelletti: La rubrica si arricchisce di una delle penne più raffinate di 20lines. it.20lines.com/maricapp I suoi racconti sono sempre molto seguiti e spesso sono stati inseriti tra le storie consigliate. Ma Marisa ama la scrittura condivisa. Su 20lines vanta diverse collaborazioni che ci hanno regalato racconti unici. Per la nostra rubrica, ci ha regalato poesie ricche di immagini evocative che richiamano la voce del silenzio, della notte, di sentimenti profondi, di pensieri che si fanno largo nell'anima.

Benvenuta Marisa!

 

DI NOTTE

 

La notte è soltanto mia:

al suo silenzio m'abbandono,

nella sua oscurità mi cullo,

i pensieri si distendono,

posso costruire i miei sogni.

Sono parte della notte:

il tempo si apre e si dilata,

le lontananze superano i confini,

cadono gli ostacoli divenuti polvere,

i miei giorni rinascono nel buio.

 

 

 

GELOSIE

 

C'è una vita che non posso vivere

ci sono ore che perdo ogni minuto.

Parole che vorrei sentire

e carezze che non potrò mai dare.

Un tempo che non si fa trovare,

un dubbio che non se ne vuole andare.

Sono gelosa di ciò che non è stato,

gelosa di un ignoto passato,

dell'esistenza che ho dimenticato.

 

 

SILENZIO

 

Nell'eco del tempo

pensieri gridati

fuggono ancora

lontano da noi.

Nell'ora dell'oggi

da bocche ormai chiuse

parole spezzate

non escono più.

 

 

 

COLPEVOLE

 

Confesso la colpa che non ho

condannami se vuoi, se credi.

Non mi faranno male le tue accuse

non placheranno la tempesta

scoppiata all'improvviso dentro me.

Il tuo sguardo che disprezza

il mio essere cambiata, questo cuore

ribelle alle grette convenzioni,

ucciderà la donna che vedi ma non c'é.

A morte la strega che sta ferma qui

davanti a te, a morte questo corpo

colpevole di amare chi non può,

chi in questa vita più non deve .

Il rogo dell'odio mi si alza intorno.

Colpevole, non cé più scampo qui

per un'anima che sa ancora bruciare.

 

 

IN SILENZIO

 

In questo giorno vuoto voglio abbandonare i pensieri a sé stessi

le azioni agli altri i rumori a chi li vuol sentire

le pagine bianche a chi le sa riempire.

Svuotare il cuore di ogni coltello che  sta piantato dentro

da tanto o da poco,  i sentimenti tutti dei loro contenuti.

Rimanere qui seduta su una panchina fradicia della pioggia

di questo autunno ancora chiaro e perdermi nel silenzio del niente.

Scordare le paure e chi mi fa del male, correre con le nubi

che basse si inseguono e chissà dove si perdono.

Ricordare quello che ho scordato rivivere quello che vorrei aver vissuto

gridare parole mute a chi non ha capito.

Piangere con la pioggia che con me sa soffrire sentirmi sola

con me stessa e con quest'acqua che non mi può affogare.

Rifiutare tutti gli anni perduti nella vita di chi non mi ha saputo amare

ricominciare per scoprire quante volte devo e posso ancora sbagliare.

Guardare intorno e non vedere niente chiudere gli occhi davanti

a chi non sa non vuol sapere ed inarrestabile mi viene incontro,

essere cieca per riposare nel buio solo per pochi istanti.

Lasciarmi andare qui con l'anima che brucia nel silenzio cercato

come falso sollievo a questa vita che mi aspetta, che non ho mai voluto.