Va dove ti porta l'auto - Racconti di viaggio

15.03.2015 15:50

Un piccolo racconto, che vorrebbe essere il primo di una serie, dove voglio portare il lettore a scorazzare con me e con la mia fedele macchinina in giro per l'Europa per raccontare quanto sia comodo e divertente viaggiare in auto.

 

 

Mia madre, con una punta di disprezzo, ha sempre detto di me che sono una con le valigie sempre pronte: vero, assolutamente vero. Ditemi di andare in giro e prima di subito avrò la valigia bell'e pronta. Certo, la destinazione o il tour mi devono piacere, devono stuzzicare la mia immaginazione, ma se le condizioni sono soddisfatte, ecco che sono pronta a salire sulla mia fedele compagna di viaggio, girare il muso verso nord e via.

Beh, qualche volta il muso lo si gira anche verso sud, ma è sempre il nord che mi affascina di più: superare le Alpi e salire verso quei paesi che dopo ripetute visite conosco abbastanza bene, ma che non mi annoieranno mai..Ovviamente occorre fare i conti con il lavoro che permette solo alcune delle migliaia di scorribande automobilistiche che vorrei fare e che mi costringe a viaggiare più che altro con la fantasia, ma ogni tanto qualche tregua c'è e così si può finalmente partire.

Mi piace moltissimo guidare, perciò il viaggio comincia proprio con il grandissimo piacere di salire sull'auto ed iniziare a macinare chilometri guardando scorrere i paesaggi comodamente seduta sui sedili di quella che diventa il nido dove non trascuro nessun particolare per rendere confortevole la permanenza a bordo di tutti gli occupanti.

Sulla mia auto troverete sempre tutti gli accessori di questo mondo per caricare cellulari, personal computer, navigatore e quant'altro necessiti per restare collegati con il mondo. Troverete sempre acqua in bottigliette sparse ovunque, stracci e straccetti e liquidi per pulire vetri e abitacolo, liquidi e lampadine di ricambio ​per ogni evenienza, deodoranti, occhiali e anche la spugnetta per pulirvi le scarpe. A me piace esser ben organizzata e poter usufruire di ogni comodità. Eh sì, perché ad una certa età io non sono più quella che se ne va in giro in sacco a pelo. Volete scherzare? Scomodissimo!

Ma smettiamola con le descrizioni noiose ed iniziamo a viaggiare. Per superare le Alpi nel nostro viaggio verso Nord, si può scegliere di passare dalla dogana di Brogeda in modo da prendere l'autostrada che porterà al San Bernardino. Qui il percorso è tutto in autostrada che scorre morbida sotto le ruote in mezzo a paesaggi dove il colore principale è il verde brillante dei pascoli e delle montagne intercalato al blu del cielo e dei vari laghi e laghetti che si incontrano man mano. La strada sale sempre di più finché si arriva fino al San Bernardino e, se non ci sono lavori e non vieni deviato in mezzo alle mucche, la strada per arrivarci è bella, con larghe curve dove è divertimento puro guidare cullati dall'auto che asseconda la strada e che ti fa gustare ogni tornante come se fosse un pasticcino con una montagna di panna o cioccolata o quello che vuoi tu, ma sempre golosissimo. L'unico problema è se trovi uno o più di quei pur bellissimi autotreni con rimorchio su per le salite... Ma non disperiamo, dopo un po' di chilometri la corsia raddoppia proprio per permettere di superarli: ciao carissimi! Mi dispiace, ma io sono più leggera e piccola e vado un pochino più veloce.. La Svizzera ha paesaggi molto belli, che però vengono oscurati dalla grandiosità dei paesaggi tedeschi. E sì, perchè ho scelto come meta la Germania, paese sempre nei miei sogni dove il verde è ancora più verde, gli spazi sono enormi, il cielo è ancora più blu e le case sono cento volte più colorate. Spesso la mia meta è il Lago di Costanza dove la tranquillità si mescola all'incantevole bellezza dei fiori, dell'immancabile blu del cielo che si fonde con il blu del lago tanto da non riconoscere più la linea che li divide, del teatro sull'acqua di Bregenz, in Austria, e della bontà di un brezel farcito di burro. Mi direte: ma figurati, meglio i nostri dolci che quella roba lì. Sì, lo so, avete ragione, ma per me è il sapore del viaggio nei posti che amo e della tranquillità che solo lì trovo. Guidare in Germania per me è paradisiaco: gli automobilisti rispettano i limiti di velocità, se devi spostarti di corsia ti fanno passare, se sei in autostrada e  sei dietro ad un camion lento, l'auto che sopraggiunge nella corsia di sorpasso rallenta e ti dà la possibilità di spostarti e superare, pare che nessuno vada mai di fretta. Possibile che non siano mai in ritardo? Penso a me al mattino e concludo che probabilmente, contrariamente a me, lì escono tutti in perfetto orario.

La Germania è un paese a misura d'auto: centinaia di autostrade che percorrono il paese in lungo ed in largo permettono spostamenti anche di un migliaio di chilometri per volta senza problemi: basta infilare un'autostrada e, se fai come me che non so passeggiare con l'auto, ti ritrovi in Danimarca che nemmeno te ne sei accorto.

Io invece voglio accorgermi di ciò che mi sta attorno e così stavolta per questo mio viaggio scelgo di andare ad est e quindi da Lindau, sempre bellissima,  vado verso Monaco e ancora più ad est per raggiungere Passau. Mi piacciono le città sui fiumi e Passau ne ha addirittura tre: Inn, Danubio ed Ilz che provengono da tre punti cardinali diversi e che si incontrano tutti e tre in un unico punto dove è divertente vedere il colore grigio dell'Inn che diventa una macchia nel blu degli altri due, così come è bello stare a guardare la vivace navigazione che si svolge su di essi e perchè no? magari salirci pure su una di queste bellissime barchette e godersi il panorama. E così la mente mi conduce al ricordo della navigazione sul Reno nella zona tra Mainz e Koblenz, ma questo è un altro viaggio e lo faremo un'altra volta.

Abbiamo fatto circa 800 km quindi è il caso di fermarsi in uno dei Gasthaus di qualche paesino della zona. Sì, perchè viaggiando in auto si può fare ciò che si vuole, fermarsi quando si vuole e dove si vuole. Lei, docile, sarà sempre lì a permetterti di svoltare nella strada che più ti incuriosisce e di scoprire posti che diversamente non avresti potuto vedere, come per esempio la Bayerischer Wald, la foresta bavarese, dove l'auto sfreccia silenziosa e morbida lungo il curatissimo nastro d'asfalto, con intorno solo alberi verdissimi. Ma siamo sicuri che non abbiamo sbagliato strada? Diventa sempre più piccola… Ma siamo sicuri che non stiamo per finire a casa di qualcuno? E poi ecco di colpo spuntare le prime case e di seguito il villaggio dove alloggeremo, in una stanza profumata e grandissima, con un letto di una comodità eccezionale ed i famosi cuscinoni di piume dove mi tuffo sicura che dormirò beatamente. E domani mattina c'è una luculliana colazione ad aspettarci, perché qui in Germania al mattino è un tripudio di cose dolci e salate accompagnate dal caffè lungo macchiato dalla panna liquida: non me la sento proprio di rimpiangere l'espresso italiano. Ci fermeremo qui qualche giorno per visitare Passau e la zona limitrofa dove l’Inn segna il confine con l’Austria e dove si passa continuamente da una Nazione all’altra per visitare una serie di luoghi ognuno più incantevole e tranquillo dell’altro.

Dopo una buona colazione ed una bella passeggiata nel verde dove tutti quelli che incontri ti salutano, si riprende il viaggio questa volta verso nord: la meta di oggi dovrebbe essere Berlino, la città dove se potessi andrei ad abitare senza il minimo tentennamento.

Da dove siamo, però, ci troviamo davvero vicinissimi alla Cechia e vale la pena fare una piccola deviazione. Magari riserviamo Berlino per domani e facciamo uno stop a Karlovy Vary, che tanto è sulla strada. Più o meno. Ma chi se ne importa, siamo in ferie no? E poi con l'auto andiamo dove vogliamo: è deciso, si va a Karlovy Vary.

Immediatamente mi attacco al pc portatile e usando lo smartphone come hotspot vado sul sito dove usualmente cerco le stanze ed in pochi minuti prenoto la stanza per i giorni che ci necessitano. Che favolosa comodità internet: ricordo quando si passavano delle mezze giornate a cercare una stanza, fermandosi ogni volta che si vedeva una possibilità e magari ricevendo decine di dinieghi prima di trovare finalmente una camera libera. Ora ho il mondo a portata di dita: fantastico, di questa meraviglia non ne avrò mai abbastanza.

Inutile dire che il percorso è praticamente tutto autostradale, quindi scorrevole, ma solo fino al confine con la Cechia perchè poi diventa una strada statale piuttosto bruttina. Fortunatamente i chilometri da percorrere sono pochi perché, nonostante l'auto, guidare diventa meno piacevole e decisamente più stancante, ma la città che raggiungeremo è molto bella e merita qualche scocciatura in più.

Karlovy Vary è una città immersa nel verde e, sempre grazie al fatto che con l'auto si può scegliere qualsiasi itinerario, ho trovato una stanza in un villaggio turistico appena fuori dalla città dove l'unico rumore che si sente è quello di un torrentello. Torrentello? Oh, oh.. ma cosa dico? Quella è la Tepla, uno dei due fiumi di questa città di cui io mi ostino ad utilizzare il nome in tedesco: Carlsbad. Arrivati al "villaggio", la cui entrata è chiusa da una sbarra, una guardia privata ci viene incontro e dopo che ha capito che abbiamo prenotato una stanza ci sorride e ci fa entrare. Parcheggiamo in un parcheggio completamente vuoto. Nessuno intorno. Ma da dove si entra? Laggiù c'è una porta, ma sembra chiusa però c'è scritto qualcosa....in cirillico! Ooopss, ma io non so leggere il cirillico! Provo un'altra porta e finalmente la trovo aperta e presidiata da una signora che inizia a parlarmi in ceco, l'ho capito perchè mi ha detto "buongiorno" e ho imparato come si dice. Sgrano gli occhi e le chiedo se parla inglese o tedesco e un po' in una e un po' nell'altra lingua ci capiamo e ottengo le chiavi. Occorre dire che il termine "villaggio turistico" non significa esattamente quello che significa qui in Italia. Questo villaggio è un agglomerato di bungalows, peraltro bellissimi, che sono affittati o sono stati acquistati come seconde case, poi c'è un ristorante ed infine un edificio rettangolare di due piani, nuovissimo, dove sono collocate le camere. E null'altro.

Dopo un paio di giorni rilassanti a Carlsbad passeggiando e bevendo l'acqua termale, riprendiamo il viaggio questa volta davvero verso Berlino: vedrete, piacerà tantissimo anche a voi.

Certo che però la strada passa da Dresda, spiace passarci senza nemmeno farci un salto. Ma perchè non ci fermiamo almeno una notte? Dai, è deciso: cerco una stanza a Dresda.

Anche qui trovo un bel Gasthaus in un villaggio appena fuori Dresda dove gli ospitalissimi proprietari forniscono ogni tipo di indicazione per tutto, compreso un posto dove cenare.

La parte storica di Dresda è davvero bella e, anche se ci siamo stati già svariate volte, è sempre bello rivedere i monumenti che ad ogni visita cambiano poichè le ristrutturazioni sono in continuo svolgimento. E' la peculiarità di tutta la Germania quella di essere sempre in movimento e il massimo esempio di quanto il rinnovamento sia il leit motiv di questa Nazione è proprio la sua capitale Berlino.

Dopo un’altra delle luculliane colazioni tedesche partiamo, stavolta sul serio, per Berlino. Il viaggio è veramente breve, circa due ore, e non vedo l'ora di arrivare nella città dei miei sogni, metropoli a misura d'uomo, città dove puoi arrivare a parcheggiare fin sotto il Duomo (quest'anno no perchè stanno facendo dei lavori), dove puoi lasciare l'auto aperta sicuro che non succederà nulla, da dove non me ne andrei mai perchè so che da nessun'altra parte mi sento bene come lì.

Sulla strada non ci sono distrazioni e così arriviamo prestissimo in un albergo dove sono già stata più volte e dove mi diverte tornare perchè è vicino all'aereoporto che dovrà essere il maggiore scalo della capitale oltre che il più moderno d'Europa, ma dove è successa, stranamente per l'efficienza tedesca, una cosa molto italiana: un preventivo di spesa raddoppiato o anche più, l'apertura prevista per il 2007 rinviata più e più volte per notevoli ritardi nello svolgimento dei lavori, la previsione dell’apertura per quest'anno, ma con data ancora da definirsi. L'aereoporto in questione è quello di Berlin Brandeburg.

L'albergo è un divertente parallelepipedo dipinto a strisce con i colori dell'arcobaleno e, cosa che mi ha molto colpita, pur essendo un albergo dove la maggior parte degli ospiti sostano una notte o poco più, possiede un'area dove gli ospiti stessi possono cucinarsi i pasti da sé. Come avrete capito non è situato certamente al centro della città, ma viaggiando in auto non abbiamo problemi a spostarci in una città amica come Berlino, dove qualsiasi zona dove si decida di parcheggiare non crea certo problemi del tipo: sarà una zona dove si può lasciare un'auto con una targa straniera? Risposta: sì nel modo più assoluto, l'auto la puoi lasciare dove ti pare e anche senza la preoccupazione di lasciare cose in vista sui sedili.

Io di Berlino amo molto la parte che prima della caduta del Muro era Berlino Est perché gli spazi sono amplissimi e spesso si trovano bei viali con tre corsie per ogni senso di marcia che danno una sensazione di ariosità per me senza eguali.

Se dovessi scegliere un posto dove abitare qui a Berlino vorrei abitare in Karl-Marx-Allee, il magnifico monumentale viale costruito tra il 1952 ed il 1960 lungo il quale furono costruiti i maestosi edifici che rappresentarono la più ambiziosa opera architettonica della Repubblica Federale tedesca. Il viale parte dalla Frankurter Tor, la Porta di Francoforte, dove due torri fanno da guardia all'entrata del viale stesso lungo quasi quattro chilometri al fondo del quale spicca l'onnipresente Fernsehturm, la Torre della Televisione con i suoi 368 metri di altezza: in qualsiasi parte di Berlino ci si trovi, bene o male la sfera tonda con la sommità appuntita della Torre della televisione la si vede. E io ogni volta che la vedo sorrido, perchè è il simbolo della città che amo più di qualsiasi altra.

Berlino è bella da girare non solo in auto o a piedi o in metropolitana o in treno, ma è affascinante anche e soprattutto se si sceglie di fare una gita in barca. Sulla Spree, sull'Havel e sugli altri canali e fiumi e laghi che circondano la città per un totale di circa 180 chilometri navigabili, è un pullulare di bellissime barchette, che io chiamo così, ma che non sono affatto piccole poiché alcune arrivano a portare fino a 600 passeggeri.

Su dai, cosa aspettate a salire anche voi con me? Viaggiare su queste navi è uno spettacolo, sia per il paesaggio che per i personaggi che si incontrano a bordo: allegri pensionati che passano le ore di navigazione (perchè ci sono tours dove si passa anche l'intera giornata in navigazione) con le mandibole sempre in movimento assaggiando tutto ciò che di dolce e salato il menu offre e bevendo birra, caffè, succhi di frutta, eccetera eccetera eccetera. Troppo belli e troppo bello il fatto che nessuno ti conosce, ma se parli la gente ti parla come se ti conoscesse da sempre: un vero peccato che io conosca troppo pochi vocaboli tedeschi perché se no passerei il tempo a parlare con tutti.

Lasciata la barchetta e dopo la foto di rito alla medesima si ritorna all'auto per spostarsi in un'altra parte della città e per continuare la visita, fino a che non arriva l'ora di cena ed allora è d'obbligo andare nel ristorante dove cucinano la migliore carne che io abbia mai mangiato e oltre tutto a prezzi stracciati: con il prezzo che paghiamo lì, qui in Italia avremmo preso mezza pizza. Dopo cena ci facciamo un giro , in auto ovviamente, a vedere le luci notturne del Sony Center: domani ci torneremo di giorno per fare l'ennesimo giro nella bellissima Potsdamer Platz dove ci piace pranzare al centro commerciale al cui piano interrato ci sono spazi di ristorazione a tema: questa volta siamo andati dall'italiano e io mi sono arrabbiata perché come al solito ti dicono che devi aspettare cinque minuti e invece sono quindici. Se fosse stato un tedesco questo non sarebbe successo! Così faccio l’antipatica: mi rifiuto categoricamente di parlare italiano e faccio anche notare il ritardo. Per smaltire la stizza decido che mi merito un pezzo di torta e così saliamo al piano di sopra dove appena fuori dal centro commerciale c'è una pasticceria con delle torte in vetrina che fanno non solo venire l'acquolina in bocca, ma molto di più. La più bassa è almeno otto centimetri e ti dice "mangiami, mangiami" da dietro la vetrina: accetto subito l'invito e prendo una gigantesca torta di yoghurt alle more di una sofficità stratosferica con una bella tazza di caffè, ma non quello italiano che è così piccolo che non lo vedi. No, una bella tazzona di caffè tedesco.

Ora possiamo rilassarci e prendere un po' di sole sulle panchine della Potsdamer Platz o lungo la Spree, magari all'altezza della bella Stazione Centrale o sulle panchine lungo l'Unter den Linden, il Viale dei Tigli , che va dalla Porta di Brandeburgo al Duomo: quest'anno però di tigli ne hanno tirati giù un po' perché stanno costruendo la nuova linea della metropolitana. Peccato. Povere piante, erano così belle.

Come ho già detto Berlino è la città in movimento per eccellenza. Ogni volta che ci vado, e ci vado quasi ogni anno, c'è sempre qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, qualcosa di cambiato, qualcosa di grandioso che sta nascendo. Berlino è una città che non sta mai ferma. Si vede che è una città che adoro vero? Quando sono qui non me ne andrei più via. Non viene anche a voi voglia di visitarla?

Purtroppo invece dobbiamo riprendere la strada del ritorno, però abbiamo ancora un po' di giorni per cui il ritorno può essere lento. Mi faccio un giro su Google maps per scegliere l'itinerario per i giorni seguenti. Sarebbe bello andare sul Mar Baltico, ma il tempo non è buono e non ho voglia di andarmi a prendere del freddo: peccato, sulla costa ci sono parecchie località molto piacevoli e belle in cui soggiornare, tra cui per esempio Warnemü​nde o Stralsund o Wismar o Rügen e potrei andare avanti a citare posti incantevoli per non so quanto. Pazienza, qui vi porterò la prossima volta.

Sdraiata sul sedile posteriore della mia auto guardo la cartina virtuale e cerco di progettare il ritorno. I miei occhi spaziano sul video, ingrandisco e rimpicciolisco la videata per rendermi meglio conto delle distanze prima di chiedere a google di calcolarmi le distanze chilometriche effettive. Un po' di giorni di vacanza ci restano ancora e le previsioni del tempo a questa latitudine sono buone: perchè non fare dunque un salto il Polonia? Poznan è dritta ad est di Berlino, ci sono meno di trecento chilometri per raggiungerla.

No, non va bene, ci porterebbe troppo fuori strada: elimino questa possibilità concentrandomi su un qualche percorso che porta a sud.

C'è effettivamente l'imbarazzo della scelta, la Germania non è solo bella , è grandiosa e qualsiasi destinazione si scelga difficilmente si sbaglia.

C'è Lipsia e poi più a sud Weimar, Erfurt e Gotha e ancora più a sud Bamberg e Wü​rzburg per parlare solo delle città più conosciute tralasciando tutte le cittadine o i villaggi più piccoli, ma ugualmente belli e rilassanti, dove ordine, pulizia e cura delle cose la fanno da padrone.

Eh sì, davvero, non c'è che l'imbarazzo della scelta.

La decisione cade su Weimar, uno dei maggiori centri di cultura dove soggiornarono personaggi come Bach, Liszt, Nietzsche e soprattutto Schiller e Goethe. Potremmo restarci qualche giorno per poter visitare anche le altre città vicine. Lì saremo in Turingia e potrò mangiare le Klö​sschen, soffici grosse sfere fatte con farina, patate, uova e pezzetti di pane come farcitura che vengono servite come contorno a piatti con salse tipo la carne brasata. Lo so, non sono chissà quale specialità , ma ve l'ho già detto, a me piacciono anche perché hanno il sapore dei luoghi che amo.

Benissimo, allora è deciso. Valigie nel bagagliaio e via verso Weimar e verso quello che verrà dopo, sempre al volante della fedele compagna che zitta zitta mi permette di andarmi ad infilare nei posti più impensati nello stesso momento in cui mi salta in mente.