Una festa in maschera per Filiberto

09.02.2016 21:18

Il re, stanco di regnare, una festa volle convocare,

così tutte le dame del reame fece chiamare.
Il principe Filiberto una sposa doveva scegliere,
e l'occasione doveva assolutamente cogliere.
Una festa in maschera era necessaria,
era quasi carnevale e il profumo di frittelle era nell'aria.
Filiberto avrebbe scelto la maschera preferita,
che sarebbe rimasta la sua sposa a vita.
Certo era un rischio grosso,
dietro la maschera da regina, poteva celarsi un rospo.
Ma il cuore avrebbe scelto senza indugio,
e Filiberto in amore era un segugio.
Così vennero aperte le danze,
e mille maschere riempirono le stanze.
La prima donna al suo cospetto,
sembrò una di bell'aspetto.
La maschera d'oro di zecca,
celava però il viso di una racchia.

Filiberto non perse la speranza

e continuò a cercare nella stanza
finché non vide in tutto il suo splendore
una damina che pareva un fiore.
Le gote bianche arrossirono un po'
quando il principe a sé la chiamò,
prima di rispondere fece un bell'inchino
e a Filiberto sembrò un gesto divino.
Ma a volte, purtroppo, l'apparenza inganna
e, nonostante sembrasse dolce, come la panna,
quando la damina iniziò a parlare,
sembrò di udire un corvo gracchiare!
Filiberto, deluso, la damina congedò
e quella, rattristata, la festa lasciò.
Il principe cominciava a disperare
quand'ecco vide una nuova maschera entrare,
una donna dal fare misterioso,
che destò l'interesse del futuro sposo.

Le si avvicinò lentamente,

ma la ragazza si nascose tra la gente,
la maschera nera di merletto
nascondeva un bel tipetto.
Filiberto ne era certo, la ragazza misteriosa,
poteva essere la sua sposa.
Finalmente la raggiunse
e con le braccia la cinse.
La donna spaventata si girò di scatto,
quella maschera celava degli occhi da gatto.
Il principe era cotto, il suo cuore era in parapiglio,
ma quando la donna sorrise, mostrò due denti da coniglio.
Filiberto si spaventò, la festa in maschera era una fregatura,
scappò dalla donna con le mani sulla cintura.
La principessa doveva essere si buona e intelligente,
ma, perdicinbacco anche bella e piacevole per la gente.

Filiberto un tantino disperato

si aggirava per la festa abbacchiato
"Ma possibile che ogni maschera sia nemica?
Che io debba fare tutta questa fatica?"
Si guardava intorno senza speranza
e gli sembrava di aver già cercato abbastanza,
ma la ricerca non è mai facile e snella
tanto meno quella della giusta donzella.
Filiberto si concedette un po' di buon vino
e mentre beveva fu distratto da un balconcino:
una dama mascherata e assai procace
fece di lui subito un suo seguace.
La dama gli sorrise e lui subito rapace
si avvinghiò a lei con fare molto più che audace.
Pareva avere ogni cosa al suo posto
e lui per lei stava già andando arrosto.
Sarebbe stato anche questo un incontro indigesto?

La gente intorno guardava assai curiosa

il proprio re in cerca di una sposa,
sapevan bene tutti che la festa era solo una finzione
per dare a Filiberto una magica illusione
di poter finalmente esser degno di regnare
accanto alla dama pronta da sposare.
Ma tra la folla, fremente e rumorosa,
c'era in disparte una ragazza timida e graziosa,
che un tempo fu agli ordini del re
essendo lei la figlia del lacchè.
Una bellezza fine e non volgare
che Filiberto non avrebbe potuto mai notare,
se qualcuno tra i presenti non sortisse in malo modo
puntandole contro un dito come fosse un viscido topo.
"Che fa costei tra noi di nobile lignaggio!"
gridò il Conte Patroclo con rozzo linguaggio,
"sia sbattuta fuori ora, immantinente!"
e fece segno alle guardie fattesi attente.
"Nessuno osi toccare la fanciulla! ringhiò Filiberto con fare deciso,
e detto questo si avvicino a lei con un sorriso.

La fanciulla angosciata e impaurita,

guardò Filiberto sfiorarla con le dita.
Lo fissò con grande stupore,
e al principe si aprì il cuore.
La sua voce gli sembrò melodia,
e l'unico pensiero fu di portarla via.
Le parole scorrevano veloci,
e Filiberto dimenticò le altre voci.
Non gli importava chi fosse,
lui amava tutte le sue mosse.
La maschera di panno che le incorniciava il viso,
la fece calare, e al principe parve di essere in paradiso.
Si alzò con la fanciulla tra le mani,
"Ascoltate tutti, non voglio attendere domani.
Che le mie nozze siano celebrate ora,
una festa in maschera è ciò che ci onora".
I festeggiamenti furono sontuosi ed eleganti,
tra incanti, canzoni e stelle filanti.