Steamin' punk

24.01.2015 15:30

A vederli così, tutti i signori che entravano in stazione li guardavano con sospetto. Magri, i capelli non certo ben pettinati, vestiti con pantaloni come portavano gli americani e lo spolverino lungo quasi fino ai piedi. Peggio ancora, fermi ad un angolo dell'ingresso, a suonare strumenti non certo da camera.
Nessuno aveva capito che i due musici alla stazione di Crawley, quella della linea ferroviaria che portava al mare, a Brighton, avevano inventato il futuro.
Era andata così: una notte di luna, quando Brian e Roger erano ragazzini, stavano sdraiati lunghi distesi sul tetto della casa di Rog a guardarsi la luna e le stelle. Una specie di rito di primavera. Incantati dal panorama celeste, scoppiarono a ridere quando, nel silenzio, un gufo pensò bene di dire la propria.
- Chissà se quel gufo rompipalle canterebbe uguale con l'acqua in bocca. Magari sott'acqua. Cantano i gufi, sott'acqua? - commentò Roger al volo.
Brian si voltò a guardare l'amico e per poco non perse l'equilibrio, piuttosto precario; in un attimo ricordò che la voce si sente meglio se si propaga nell'aria e se loro due avessero soffiato aria in più nei loro strumenti, la musica si sarebbe sentita di più. Teoria fragile, ma neanche tanto. Con gli anni Brian e Roger impararono a costruire una macchina silenziosa e sonora al tempo stesso, un grande amplificatore di suoni. La forza che muoveva l'aggeggio era il vapore.
Ora, non era immediato tentare di andare al mare a Brighton come facevano i signori, tanto meno andarci mantenendosi con la loro musica errante, ma una primavera di qualche anno dopo tentarono finalmente l'impresa.​

La famiglia di Archibald May-McInerney era benestante, anzi decisamente ricca. Originari della regione di Moray, in Scozia, commercianti a cui era stato conferito il titolo nobiliare di duchi di Elgin per meriti commerciali acquisiti, si erano trasferiti nel sud dell'Inghilterra un secolo prima ed avevano conosciuto - ed incrociato i propri destini - con la famiglia May. Archibald e consorte, quella mattina, si erano recati alla stazione di Crawley con le figlie ed uno stuolo di portantini, inservienti e facchini di famiglia, con l'intenzione ferma e determinata di andare nella nota località di mare. Era una di quelle famiglie che si potevano permettere di vedere la costa italiana e toscana, ma la tentazione di scoprire quella nuovissima diavoleria della tecnica così amata come era il treno li aveva spinti verso il provincialissimo, per loro, mare di Brighton.
Appena entrati nell'ingresso della Crawley Station, si fermarono perplessi a guardare i due musicisti che suonavano. Il primo una chitarra dall'aspetto bizzarro e piuttosto rumorosa; ed il secondo, seduto su una sedia, che suonava un cospicuo numero di tamburi affiancati. I due genitori sorrisero - con moderazione, per carità - mentre le figlie si incuriosirono. La bambina era piuttosto divertita mentre la maggiore, Miss Gwendolen, una ragazza molto graziosa, guardava Brian Hanson con tutt'altri occhi.
- Siete un musico, signore? - chiese lei timidamente e quasi sottovoce - O piuttosto un cantastorie? -​
Brian alzò gli occhi dalla tastiera 22 della chitarra, Roger Clearings dal suo set di tamburi a vapore; entrambi la guardarono e si fermarono. Miss Gwendolen May-McInerney era una bella morettina dai grandi occhioni scuri e quel faccino splendido li sciolse all'istante.
-Gwendy, non disturbare i signori- la madre la afferrò per un braccio, facendola voltare.
-Aspetta Rosy- Archibald era fermo davanti ai due musici e osservava gli strumenti con vivo interesse. -Gwen ha espresso solo un apprezzamento, vero cara?- la ragazza annuì. -Come vi chiamate?-
-Brian Hanson, signore, e lui è Roger Clearings- il ragazzo strusciò la mano sui pantaloni e fece l'atto di allungarla, ma un cenno dell'uomo lo fermò. Da attento commerciante, gli strumenti musicali azionati da quello strano marchingegno a vapore, lo stavano incuriosendo.
-Che diavoleria è questa? Nel senso buono, si intende...-
-Una nostra idea, signore, maturata nel corso degli anni. Si tratta di un'idea rivoluzionaria per fare in modo di avere più potenza di volume e permettere agli strumenti un suono migliore.-
-Stupefacente!- le rotelle nella testa di Archibald presero a roteare vorticosamente. -E questa invenzione è sta acquistata da qualche industriale?-
-Oh no, signore. Non miriamo a tanto, a noi basta poter allietare il popolo inglese con la nostra musica, niente più.-
-Fate male- borbottò Archibald in modo forse troppo brusco, quindi si riprese. -Intendo: cose come queste vengono create affinchè l'ideatore ne tragga beneficio e lo possa condividere con il mondo. Mi pare di capire che il funzionamento prende spunto da quello dei treni, vero? Che ne direste di unirvi a noi per un viaggio in cui potreste mostrare gli strumenti a gente facoltosa?-
-Ma Arch!- la moglie sembrava scandalizzata, mentre Gwendy rivolse uno sguardo penetrante a Brian, che davanti a tali offerte rimase sul momento senza parole.
In effetti Mrs. May-McInerney non era affatto entusiasta che il marito, con questo suo pallino dello scoprire sempre nuove soluzioni per far prosperare i suoi affari, si fosse interessato a quei due scappati di casa che erano lì alla stazione a strimpellare su quelle sottospecie di strumenti che avevano l'ardire di chiamare "musicali". Per Mrs. May-McInerney quei due erano solo dei mendicanti leggermente più benvestiti o magari anche dei truffatori pronti a spillare quattrini al primo che fosse caduto nella loro rete. E secondo lei puzzavano anche un po'.
- Che c'è cara?- rispose Archibald all'interiezione della moglie. - L'idea di questi giovani è davvero ottima e non può passare inosservata, non credi? - la provocò -. - Ma, ehm.., caro, non credi che sarebbe meglio eventualmente fissare un appuntamento con questi bravi giovani al ritorno dalle vacanze? Così avrai tempo per pensare meglio e...- Archibald con un sorriso bonario interruppe le rimostranze della moglie con un: - Ma certo che no, cara. Quando si trova qualcosa per cui vale la pena, perché lasciarsela scappare? E poi a Brighton ci saranno anche i Campbell che hanno una piccola ditta di strumenti musicali. Quale migliore occasione? Saranno felici di ascoltarli e vedere i loro strumenti. - Gwendy, che per un attimo aveva temuto il peggio, ora sorrideva raggiante. - E viaggeranno con noi? - chiese timidamente al padre. - Ma certo Gwen - rispose Archibald - così potrò farmi spiegare bene il funzionamento. E poi ho prenotato uno scompartimento da otto posti, per stare comodi ovviamente, e noi siamo solo in quattro. C'è tutto lo spazio. - E poi rivolto ai ragazzi che ancora non credevano alle proprie orecchie: - Scompartimento 7 ragazzi. Presto, salite -. Mrs. McInerney ebbe come l'impressione che quello per lei non sarebbe stato un viaggio piacevole ed iniziò ad avvertire una fastidiosa emicrania.
Per i due ragazzi non fu esattamente un'impresa semplice salire a bordo con quelle porte piccole, tamburi, chitarre, quelle cassette infernali e la caldaia portatile per il vapore. Faticarono un bel po', sotto lo sguardo scettico di Mrs. Wilhelmina May-McInerney. Non appena si furono accomodati, Archibald volle conoscere l'invenzione, 'nei minimi dettagli'. Brian, che si era appena seduto, scattò in piedi di nuovo, preso dall'entusiasmo. Imbracciò la chitarra classica che aveva nella custodia a tracolla e nel fare questo passò con il manico a mezzo millimetro dal naso di Mrs. Wilhelmina, che non gradì?.
- E' presto detto, signore - spiegò - Questa la conoscono tutti. Corde di budello, cassa armonica grande, suoni caldi e morbidi, qui in Inghilterra viene chiamata 'chitarra spagnola'. - cominciò a suonarla - Sentite? Juliàn Arcas, o quel ragazzo che comincia ora ad essere noto, Francisco Tarrega, spagnoli, fanno musica classica. Bellissima. Sentite questa, invece -
Prese l'altro strumento, sperò che la caldaia non si fosse raffreddata, guardò fuori dai finestrini mentre riprendeva a suonare le stesse note. I suoni erano cristallini, acuti, alcune note ricordavano il rumore del tuono. Il suono di fabbriche in funzione si inserì quando Roger lo seguì con la sua batteria amplificata. Imogen, la piccola di famiglia, rise, contenta ed entusiasta.
- Ma come fa? Che razza di portento è, questo macchinario? -
- Il legno è di mogano, ma è un blocco unico, 'solid body'. Il mogano è più denso, vibra meglio sulle note gravi. Le corde sono molto vicine a questa cassetta che vede, l'ho chiamata pick-up, raccoglie i suoni. L'amplificatore a vapore è un grande cono che fa... tutto il resto. È solo una chitarra, signore; e noi siamo punk -​
Il viaggio proseguì mentre i ragazzi continuavano a suonare la loro musica. Quando Brian iniziò le note della struggente "Recuerdos de Alhambra", uno dei pezzi più belli di Tarrega, non poté fare a meno di guardare più volte la graziosissima Gwendy, che ogni volta lo ricambiava con un timido sorriso, arrossendo leggermente. Mrs. Wilhelmina che, era chiaro, non amava la musica, né gradiva quella insolita, inaspettata compagnia, ebbe un bel da fare a lanciare occhiatacce ai due, e qualche sguardo di rimprovero al marito che, però, non si era accorto di nulla. Purtroppo, non sortì alcun effetto e la donna impotente e indispettita, si chiuse in un ermetico mutismo. Alla fine del pezzo Brian sorrise dolcemente alla ragazza, poi guardò Roger, il quale gli rivolse un'occhiata tra l'invidioso e il compassionevole. "Posso provare a suonarla?" chiese la piccoMay-McInerney​la Imogen indicando la chitarra di Brian. Un fremito di orrore percorse la schiena della signora McInerney, al pensiero di tutti i germi e batteri di cui quell'orrenda "chitarra" potesse essere portatrice "Meglio di no, cara" disse alla figlioletta, nel tentativo di farla desistere dall'intento. "Ma certo che puoi!" disse invece Brian e, sotto gli occhi estasiati di Gwendolen e lo sguardo divertito di Mr. McInerney, si prodigò nella spiegazione del funzionamento del suo strumento, mentre la ragazzina, emozionatissima, ottenendo qualche suono, lanciava gridolini di gioia. "Anch'io voglio diventare una musicista, mamma!" disse la piccola Imogen. La signora McInerney, nel sentire una tale assurdità, sbarrò gli occhi e mancò poco che svenisse. "Stai tranquilla cara" disse il marito, accorgendosi del suo turbamento "Un po' di musica non ha mai fatto male a nessuno!" le disse sorridendo. Lei avrebbe voluto strozzarlo.
Attraversarono la contea dell'East Sussex, quindi il treno, sbuffando folate di vapore, si infilò nella grande galleria vetrata che conduceva alla stazione di Brighton. Mrs. Wilhelmina​ fu la prima ad alzarsi e raggiungere la porta d'uscita del vagone, osservando la grande massa di persone che in quel momento affollavano i binari. Fece cenno ad un facchino e gli mise in mano un paio di sterline, quindi lo pregò di occuparsi dei bagagli. Mai in vita sua aveva viaggiato così male, continuamente assillata da suoni e discorsi che per una dama come lei equivalevano ad una vera e propria violenza fisica. Brian e Roger sistemarono alla meglio gli strumenti, si caricarono sulle spalle la caldaia, avendo cura di avvolgerla in un telo di maglia di amianto, e scesero, accodandosi ai signori May-McInerney​. Archie pareva divertito e soddisfatto, mentre le due sorelle affiancavano i ragazzi, chiacchierando. Quello che lo preoccupava era la moglie e più che altro la sua cocciutaggine. Camminava una decina di metri dinanzi loro, fatto al che sconveniente per un uomo nella sua posizione, ma conosceva anche molto bene Wilhelmina, perciò decise che era meglio lasciarla sbollire, tanto lì era raro il rischio di incontrare qualche conoscente. L'esterno della stazione si affacciava su Trafalgar Street, dove occuparono due taxi a vapore e si diressero verso l'albergo, posto in riva al mare su King's Road, il Royal Albion Montgomery. I due ragazzi strabuzzarono gli occhi alla vista di tanta opulenza e con vero timore reverenziale varcarono la soglia, dove li accolse un uomo in livrea.
-Seguitemi e non abbiate timore- disse loro Archibald. -Lasciate fare a me.-
Wilhelmina osservò il gruppo al seguito e, sbuffando, affiancò il marito alla reception.
L'hotel era stracolmo, ma Mr. Archibald non volle sentire ragioni e così per i ragazzi saltò fuori una stanzetta recuperata da un armadio che però era un armadio 36 stagioni per cui lo spazio non mancava neppure per la caldaia ed i tamburi. Faceva un po' caldino, ma Roger, che era molto creativo pensò che con qualche piccola modifica la caldaia poteva diventare quella che chiamò una freddaia,aggiungendo un'appendice con del ghiaccio che avrebbe raffreddato il vapore per cui lo sbuffo anziché caldo sarebbe stato freddo. Non vollero provare subito però, per timore di rovinare la caldaia, ma si riproposero, al ritorno, di sperimentare la nuova idea. Nel frattempo si tennero il caldo. Mr. Archibald, sempre più curioso, avrebbe voluto cenare con loro, ma vide che occorreva far sbollire Mrs. Wilhelmina e fece recapitare un biglietto ai ragazzi dicendo loro che si sarebbero visti l'indomani a colazione. Gwen non poteva però staccare gli occhi dal bel Brian e si dava pace all'idea non poter scambiare nemmeno una parola con lui fino all'indomani. A cena non smisero di scambiarsi occhiate e riuscirono ad incontrarsi nel corridoio dei bagni dove si dettero appuntamento alle 11,30 nel giardino dell'hotel. Gwen e la sorella furono mandate a letto alle 21,30 e Gwen stette sulle spine fino a che non udì rientrare i genitori nella stanza comunicante. La sorella dormiva da un pezzo e per lei non fu difficile uscire dalla finestra.Fu invece un po' più difficile scendere dalla grondaia poiché non si aspettava alcune asperità nel percorso e fece molto più rumore del necessario.Anche se si era vestita di scuro per mimetizzarsi,un ospite, risvegliato dallo sferragliamento, aprì la finestra, vide un brutto ceffo(così disse poi) scendere dalla grondaia ed iniziò ad urlare.In pochi secondi tutto l'hotel fu sveglio mentre Gwen,che si era lasciata cadere, giaceva dolorante e furiosa in un cespuglio.
I grandi pistoni cominciarono a muoversi sotto la pressione del vapore e rapidamente cominciarono a far ruotare l'abero che muoveva le eliche. Le aero pattuglie si alzarono in volo. Erano le prime che la polizia di Brighton usava e non erano forse tra le più affidabili, ma le ali a delta della cabina di guida permettevano un volo breve e sicuro; e per tutto il resto, beh... potevano sempre planare.
Le due aero pattuglie arrivarono in breve sopra il Royal Albion, a bassa quota, planarono nel giardino dell'hotel e si sentirono salve. Le porte ad ala si aprirono tra sbuffi di vapore ed i poliziotti scesero correndo verso quella che era stata dichiarata come la scena di un crimine. Corsero verso le finestre del piano terra, si avvicinarono alla grondaia e si trovarono davanti Miss Gwendolen.
- Agente Taylor - si presentò uno di loro mentre la aiutava a rialzarsi - Sta bene, signorina? -
- Devo essermi storta una caviglia... - borbottò lei
- Adesso, Miss...? -
- Gwendolen May-McInerney - rispose lei lamentosa
- Miss May, ci dovrebbe raccontare che cosa ha combinato. Un attimo, ha detto proprio May-McInerney? Cioè... la famiglia più ricca d'Inghilterra? -
- Temo di sì - rispose lei​
- Agente, c'è qualcosa che non va? - chiese una voce. Archibald li aveva raggiunti.
- No, signor May, eccellenza, vostra vastità, ma temo che dovremo rivolgere qualche domanda a sua figlia. Se foste così gentili da seguirci... -
Brian non poteva permettere che Gwen fosse trasportata in centrale come un normale criminale. Già le orecchie paonazze di Mr. Archibald facevano intendere di che umore fosse l'uomo, in piedi e tronfio davanti ai poliziotti. Una simile onta avrebbe disegnato un'ombra sulla cristallina condotta della famiglia May-McInerney​, cosa inammissibile per Brian.
-Presto Roger, aziona la caldaia!- l'amico si alzò dal letto, avvicinandosi al macchinario. Non ci volle molto, non era passata nemmeno un'ora da quando avevano provato nella calma della camera. Trasportarono strumenti e caldaia sul terrazzo e diedero il via ad un concerto improvvisato. Tutte le teste si voltarono verso l'alto.
-Ma che diavoleria è mai questa?- l'agente Taylor si portò la mano alla visiera del cappello.
-Una steam-band!- inventò sul momento Gwen. la ragazza era scaltra e sapeva che Brian lo stava facendo per lei. -Mi voglio scusare agente, ma la loro musica è talmente bella che quando li ho visti preparare gli strumenti non ho resistito e mi sono arrampicata.-
-Questo è oltremodo sconveniente!- Mrs. Wilhelmina​ si avvicinò alla figlia, stringendola a se.
La musica iniziò a prendere ritmo, tanto che i presenti si misero a battere le mani seguendo il motivo. Brian e Roger erano galvanizzati, immersi in un successo insperato.
-Sono una mia scoperta- esclamò Mr. Archibald sul frastuono e strizzando l'occhio alla figlia. -Avrebbe dovuto essere una sorpresa, ma ormai... il danno è fatto!- rise, allungando la mano a Taylor, che non potè far altro che mettere fine alla faccenda con una bella stretta. Le aero pattuglie si librarono in volo, non mancando di dare un'occhiata da vicino agli strumenti. I May-McInerney​ ne erano usciti vincenti, ancora una volta, agli occhi di tutti.
L'indomani abbandonato l'hotel e lasciati i due ragazzi nella loro stanza, il signor Archibald si diresse dalla famiglia Campbell. Il loro era un negozietto di strumenti musicali piuttosto rifornito. Gli spiegò chi avesse incontrato, quali fossero le sue idee, e li invitò nella sala da feste del Royal Albion. I due accettarono di buon grado, e presto fu il momento in cui dovettero incontrarsi. - La prego signor Campbell si accomodi accanto alla mia famiglia- disse Archibald. La sala da feste era impreziosita di ogni qualsivoglia sfarzosità. I salotti da thè, i tavolini bassi, il comfort che ogni famiglia di buon nome ricerca nelle sue ore libere. - Prego ragazzi, fatevi avanti- aggiunse Archibald. Brian e Roger erano intimiditi quanto eccitati, posizionarono tutte le loro invenzioni, e senza aspettare un attimo di più iniziarono a suonare, scambiandosi un'occhiata d'intesa. Stavolta Brian iniziò a cantare. La sua non era una canzone ben fatta, finita, era per lo più un motivetto che si era ripetuto per tutta la notte prima, senza dormire, in modo estenuante. Un motivetto dedicato a Gwen. Lei si accorse di questa dedica forsennata, e nascondendo le gote ormai arrossate non fece altro che fissarlo, e fissarlo. Il signor Campbell era assolutamente eccitato da questa invenzione moderna. Il suo piede teneva il tempo, la sua testa pure. Sorrideva e poi cercava di cantare, poi sorrideva ancora, e guardava Archibald come se avesse scoperto la Luna. Il signor May-Mcinereny era fiero, quasi fossero figli suoi, se non fosse che addosso avevano due stracci e una faccia semplice da mendicanti. La magia finì. - Ancora un momento, c'è un regalo per la mia piccola principessa- disse Archibald. Imogen sbarrò gli occhi. Una carta rossa nascondeva una chitarra bellissima. Mrs Whilelmina svenne per l'indecenza di quel regalo. Roger e Brian se la ridevano, curiosi ormai per l'esito di quella strana avventura.
- Ma... posso suonarla? - chiese Imogen con gli occhi luccicanti
- Certo che puoi, piccola - le rispose dolcemente Roger spettinandole un po' i capelli con una carezza affettuosa - Non ha ancora i pick up, ma è proprio come la nostra -
James Timothy Campbell, entusiasta, guardava i due musicisti: - Gran parte dei componenti si possono produrre nella mia liuteria industriale, il legno può essere ontano e queste leve e meccaniche le potrebbe produrre lei, Archibald, in quella sua azienda di lavorazione di ghisa... -
- Ne potremmmo produrre a migliaia, a fantastigliaia... - commentava gioioso May-McInerney.
Brian e Roger, che si erano sentiti fino a quel momento come farfalle infilzate da uno spillo, ebbero un moto di orrore.​ - Mi permetta di dire, signore - azzardò timidamente Brian Hanson - che leve e meccaniche sono di acciaio e la scelta del mogano è fondamentale: per il suono, ma anche per la struttura, la tensione delle corde di acciaio è più alta di quelle di una classica... -
- Suvvia - rise Campbell - con queste leve non dovete sollevare palazzi, ma suonare. State per diventare miliardari e non avete ancora il senso del guadagno? -
Roger prese da parte Brian - Non sono sicuro - gli disse - vogliono comprare un'idea e già che ci sono si comprano anche noi. Eppure gliel'avevi detto che noi siamo punk, non hanno voluto ascoltare. Cosa volevamo? Che sentissero la nostra musica, che amassero la nostra invenzione, un bel po' di carbone per suonare e basta -​
-Come fai a fuggire da qui, adesso? Prima forse, ma adesso? - rispose triste Brian - E poi c'è lei...-
- Siamo fregati, eh? -
Brian prese sottobraccio Roger, sfoderarono i loro migliori sorrisi e si riavvicinarono al tavolo.