Il mare dei Simmons

14.03.2015 11:26

Una storia che vede come protagonisti un gruppo di ragazzi americani. Una sfida, la voglia di crescere e sentirsi grandi. Sconfiggere le paure e dimostrare a se stessi che non c'è sfida che non possa essere affrontata, ma sempre restando nei lmiti della ragione. Consigliata a tutti qelli che si stanno affacciando al mondo e a chi, già dentro, vuole riprovare a sentire il senso di crescere.

 

 

La ferrovia tagliava di netto la statale principale, creando quasi una spaccatura tra le due parti della cittadina di Anderson nel Missouri. Il sole cocente di quella giornata estiva aveva obbligato Luke e Kevin a cercare ristoro presso la piscina della loro amica Donna, anche se il trovarsi al cospetto di lei li metteva a disagio. Donna, a discapito dei suoi tredici anni, possedeva un fisico sviluppato da sedicenne, con tutti gli attributi ben disegnati che rendevano i pensieri dei due amici, anch'essi tredicenni, da allarme rosso. Frequentavano la stessa classe, e questo non era difficile in un paese come Anderson, di soli 1800 abitanti, la maggior parte dei quali di età superiore ai trenta. I due abitavano nella parte est rispetto alla ferrovia, mentre Donna nella parte ovest, nella zona più esclusiva dove ogni villetta possedeva la piscina personale.
-Mio padre ha perso il lavoro- disse Luke, spalmandosi una dose generosa di latte solare. -La ditta di trasporti si trasferisce a nord, duecento miglia da qui e a conti fatti non gli conviene spostarsi ogni giorno-.
-Ma c'è la ferrovia- disse Donna. -Potrebbe usare quella-.
-Non so, sono cose sue, non dovrei nemmeno saperlo. E' mamma che mi racconta tutto-.
-Vedrai che tutto si sistema- intervenne Kevin osservando da dietro le lenti scure Donna. -Anche il mio l'anno scorso ha rischiato, poi hanno aperto in grande magazzino ed è stato assunto. L'unico che non ha problemi è il tuo, Donna-.
Albert Mc Enzie era proprietario della ditta di pompe funebri, l'unica presente in città, dove il lavoro non mancava.
-Oggi due funerali- disse Donna orgogliosa, -questo vuol dire bei dollaroni per papi... Se continua così presto potrò andare in vacanza a New York a trovare zia Nellie-.
Luke si sentì ferito dall'indifferenza di Donna; Kevin parve accorgersene e gli fece cenno di fregarsene.
-Che facciamo ragazzi?- chiese la ragazza alzandosi in piedi -Che ne dite di chiamare Lora e andare a mangiare un gelato da Tommy's? Offro io-.
-Se paghi tu allora doppia dose di panna montata e una mestolata di cioccolato fondente!- esclamò Kevin affrettandosi ad indossare i pantaloni su un costume insolitamente gonfio. Donna se ne accorse e ridacchiò, mentre Luke alzò gli occhi al cielo.
Lora ricevette il messaggio nel momento in cui aveva finalmente trovato il coraggio di entrare nella farmacia, dove in quel momento si trovava Bob, il figlio del proprietario. Il ragazzo, di quindici anni, era il suo sogno proibito sin da quando, l'anno prima, l'aveva accompagnato a casa sotto la pioggia usando l'ombrello che fortunatamente si era portata dietro. "Grazie, sei stata gentile e molto carina" le aveva sussurrato, prima di posarle un bacio delicato sulla guancia. Da quel momento non si erano più incontrati, ma Lora aveva cercato in tutti i modi di creare occasioni.
"Ci vediamo da Tommy's" diceva il messaggio. Di sicuro con lei ci sarebbero stati quegli sfigati di Luke e Kevin, due pesi che Donna si trascinava in giro per il solo fatto che pendevano dalle sue labbra. Kevin lo trovava insopportabile, mentre Luke era un tipo a posto, anche se la vicinanza dell'altro lo oscurava. Osservò Bob parlare col padre e capì che anche quella volta l'attimo era andato in frantumi. Si incamminò sotto il sole e raggiunse la ferrovia; guardò intorno, facendo scorrere lo sguardo sui binario che apparivano e scomparivano nei due orizzonti, quindi si decise ad attraversarli. Non esistevano passaggi a livello, e nemmeno recinzioni, la ferrovia faceva parte della cittadina, quasi fosse una strada qualunque. Tommy's era il locale in cui si riversava la maggior parte della popolazione giovane di Anderson, una sorta di gelateria e sala giochi, dove potevi inoltre acquistare libri e riviste. Tutto questo in qualsiasi momento del giorno e della notte, essendo sempre aperto. Dietro al bancone, Tommy osservava la popolazione della sua cittadina entrare ed uscire; a quasi settant'anni poteva dire con orgogli di aver visto intere generazioni crescere, sposarsi e fare figli. Conosceva tutti e di ognuno poteva indicare più cose che gli stessi genitori ignoravano. Non era sua abitudine origliare, gli veniva spontaneo ascoltare, anche perchè i ragazzi non si facevano problemi e consideravano Tommy parte integrante del locale, oltre ad un uomo d'oro.
-Ciao Luke- lo accolse. -Ho saputo di tuo padre. Ci sono novità?-
-Nessuna. Papà non ne parla, ma vedo che è turbato. Mamma dice che qualche santo provvederà-.
-Ne sono sicuro. Lo conosco fin da quando aveva la tua età ed è sempre stato un tipo a posto-.
Le parole lo rincuorarono, ma allo stesso tempo ebbe paura che quel tipo di discorse potesse finire nelle orecchie del padre. Lo sguardo che colse nel ragazzo lo affrettò ad aggiustare le cose. -Tranquillo, sarò muto come un pesce-.
Luke sorrise e strinse l'occhio, quindi raggiunse gli amici al tavolo. Lora arrivò quasi subito, sbuffando come un mantice.
-Ti avevo detto di venire a fare un bagno da me- l'apostrofò Donna.
-Si vergogna a mettersi in costume; non regge il tuo confronto- esplose Kevin ridendo sguaiatamente.
-Piantala, cretino!- intervenne Donna, facendo finta di essere arrabbiata, ma dentro di se compiaciuta del complimento. -Vieni Lora, siediti vicino a me-.
Ordinarono i gelati e iniziarono a chiacchierare delle solite cose, sin a quando Donna si ritenne stufa. -Dobbiamo inventarci qualcosa- propose al gruppo.
-Cosa e... per fare cosa?- chiese Kevin, la faccia visibilmente imbrattata di panna.
-Qualcosa di diverso. Sono stufa di stare in piscina, venire da Tommy's, ritornare a casa e aspettare che l'indomani si ripeta. Ho voglia di fare qualcosa di epico!-
-Potremmo fare palle di letame e tirarle agli automobilisti- propose il solito Kevin.
-Che schifo!- gridò Lora, odiandolo sempre di più.
-Oppure potremmo saltare sul treno in corsa e gettarci nel Mare di Simmons- disse Luke, tanto per dire. Quando si accorse che il silenzio era calato alzò gli occhi e trovò gli altri tre intenti a guardarlo ad occhi sgranati.
-E' un'idea fan-ta-sti-ca!!!- Donna si alzò di scatto e scoccò un bacio sulle sue labbra. Kevin assorbì il colpo in silenzio, ma in cuor suo meditò vendetta per quello che era successo. Anche Lora si bloccò; sino a quel momento nulla lasciava presagire che a Donna interessasse Luke.
-Con questo non ti montare la testa- disse sorniona Donna, tornando al suo posto. Lora cercò di far tornare le cose alla normalità ripetendo che trovava l'idea meravigliosa.
Il treno rallentava entrando in città, e il mercoledì, cioè il giorno dopo, verso le tre del pomeriggio, transitava una motrice con attaccati una serie di vagoni merce scoperti, ideali da scavalcare. Tre miglia più avanti la ferrovia lambiva la fattoria dei Simmons, dove un prato rigoglioso e verde seguiva per un tratto la linea. Buttarsi in quel Mare era come cadere su un soffice materasso. L'avevano provato tempo prima e si erano divertiti come matti, ma mai da un teno in corsa.
-Che ti è saltato in mente?- chiese Lora una volta fuori dal locale. -Baciare Luke!-
-Perchè, che c'è di male? E' carino-.
-Ma è amico di Kevin, e sai che cosa prova per te. Ho paura che hai combinato un gran casino- Lora era davvero preoccupata.
-Ma dai, solo per un bacetto. Tu piuttosto: com'è andata con Bob?-
-Se non fosse stato per il messaggio forse poteva andare bene. Ma guarda caso riesci sempre ad arrivare al momento giusto-.
-Oh guarda, adesso la colpa è mia se lui non ti considera!- Donna allungò il passo scocciata.
-Non tutte sono belle e fortunate come te- disse Lora fermandosi. -Io mi devo arrangiare, mentre tu basta che allunghi la mano...-
Donna si fermò e girandosi scorse gli occhi velati di Lora; non era sua abitudine far soffrire la gente e tanto meno la sua migliore amica. Si avvicinò, le prese le mani e si scusò.
-Giuro che domani farò di tutto per farti mettere insieme a Bob, promesso- poi si abbracciarono come sorelle e si diedero appuntamento per il giorno dopo.
Kevin si buttò sul letto furioso, l'immagine del bacio era stampata nella sua mente come una gigantografia. Se solo avesse immaginato che a Donna interessava Luke lo avrebbe scaricato prima, in fondo era lui l'anima del gruppo ed era sempre grazie a lui che Luke era arrivato in casa di Donna. Aveva voglia di rompere qualcosa e quindi diresse la frustrazione verso la collezione di soldatini che ridusse in pezzi e buttò nel cestino."Calma apparente e momentanea" pensò tra se, prima di scendere per la cena.
Nello stesso momento Luke raggiungeva casa camminando a dieci centimetri da terra. Le labbra gli formicolavano e ancora riusciva a sentire il sapore di quelle di Donna. La madre lo vide entrare e dall'espressione capì che qualcosa di bello era accaduto. -Ti sei innamorato?- chiese.
-Perchè, si vede?- si lasciò scappare il ragazzo, prima di comprenderne il significato. Divenne rosso fuoco e scappò in camera sua. Non si vergognava per il fatto di averlo confessato alla madre, d'altronde per lei era un libro aperto, quanto per il modo in cui era successo. Lo slancio di Donna era dovuto solo alla gioia della sua idea o c'era qualcosa di più? Sino ad allora non aveva mai dimostrato particolare attenzione nei suoi riguardi, o forse non se ne era mai reso conto, dando per scontato che quello interessato a lei fosse Kevin. Ma adesso le cose erano cambiate, i ruoli sostituiti e si trovava ad aver a che fare con un Kevin decisamente arrabbiato. All'uscita da Tommy's si era allontanato senza dire nulla, ed ora Luke era indeciso sul fatto di chiamarlo al cellulare oppure lasciarlo sbollire. Optò per la seconda opzione.
Alle quattordici e trenta del giorno dopo Kevin si trovava già in Kensington Street, il punto in cui il treno raggiungeva la velocità più bassa. Anche in quel momento il sole cocente picchiava sulla testa, ma pensò all'erba fresca che li aspettava e un senso di refrigerio lo pervase. Era nervoso, dalla sera prima non aveva più sentito nessuno, e non sapeva come comportarsi con Donna. Lora lo raggiunse; indossava un abbigliamento informale, pantaloni lunghi e maglia scura. Lui invece portava i calzoni corti e di colpo realizzò che gettandosi dal treno si sarebbe potuto fare male alle gambe. Ma ormai indietro non poteva tornare.
Kevin e Donna giunsero quasi allo stesso momento, da direzioni opposte e si salutarono freddamente.
-Ciao Luke, tutto bene?- chiese sorridendo Donna. La frase lo imbarazzo ancora di più e si limitò ad annuire.
-Tra cinque minuti dovrebbe arrivare- cercò di spezzare la tensione Lora. -Come dite di procedere?-
-E' lui l'esperto...- disse sarcastico Kevin rivolto a Luke.
-Devi smetterla- intervenne Donna. -Si può sapere perchè ce l'hai con lui? Se proprio devi essere arrabbiato è con me che te la devi prendere!- Kevin rimase interdetto.
-Perchè l'hai baciato?- chiese, riprendendosi.
-Perchè mi andava, come adesso mi va di saltare sul treno e come forse mi piacerà domani andare a prendere un gelato da Tommy's da sola con Lora. Non devo rendere conto a te delle mie azioni. Se vuoi essermi amico mi devi accettare come sono!- E con questo mise fine alla questione. Kevin inghiottì amaro, ma evitò di guardare Luke, che nel frattempo capì che quel bacio Donna glielo aveva dato per davvero.
Il treno appare all'orizzonte, sbuffante ed enorme. Il riverbero del sole lo faceva sembrare un miraggio e sino a quando non fu vicino non compresero il rischio che stavano correndo.
-Io non vengo!- gridò Kevin sul rumore che andava lentamente crescendo.
-Ho capito, lo sapevo che eri un cagasotto! Vai pure a casa a rannicchiarti sotto le coperte!- ringhiò Donna. -Forza ragazzi, datemi la mano- disse poi rivolta agli altri due. Il treno era ancora ad una distanza di circa trecento metri e il macchinista aveva dato fiato alle trombe per avvisare i cittadini.
-Non andrete da nessuna parte!- la voce di Tommy li fece trasalire. L'uomo si avvicinò a grandi passi e si parò davanti al trio. -E' troppo pericoloso, e io ho già perso un figlio su questa ferrovia...-
Nessuno di loro era a conoscenza del fatto, anzi credevano che Tommy non fosse mai stato sposato.
-Era amico di tuo padre, Luke. Anche a loro piaceva giocare e quando ieri ho ascoltato i vostri discorsi ho rivissuto la scena al rallentatore. Il dolore è esploso in me come un fiume in piena... Non posso permettervi di farlo!-
Donna scartò di lato, il treno era a breve distanza, e a lei non importava quella storia. -Chi è con me mi segua!- urlò con quanto fiato possedeva.
-Lo devo fare!- esclamò Luke rivolto a Tommy. I loro sguardi si incontrarono e il vecchio scorse una luce all'interno, un segnale che non poteva ignorare. Il ragazzo sarebbe saltato e lui sarebbe rimasto a terra ad osservarli. Lora prese coraggio e seguì Donna, raggiungendo la linea ferroviaria. Iniziarono a correre lentamente mentre la motrice gli sfilava accanto, poi contarono cinque vagoni e mentre la motrice svoltava all'interno del paese, oscurando la vista al macchinista, spiccarono il salto. Luke atterrò sul pianale insieme a Donna. Lora sbagliò di poco lo stacco e si ritrovò con un piede fuori dal vagone, pericolosamente vicina alle rotaie.
-Aiuto!- iniziò a gridare, mentre Luke e Donna cercavano di afferrarla per issarla. All'improvviso il ragazzo perse la presa e la testa iniziò a girargli. Qualcosa l'aveva colpito in testa; Donna urlò, ma le parole risultarono incomprensibili, si sentiva svenire. Si aggrappò con forza al vagone e passandosi una mano nei capelli si accorse di stare sanguinando. Alzò gli occhi, quasi avesse ricevuto uno schiaffo in pieno volto, e incontrò la faccia arrabbiata di Kevin. In mano teneva un sasso, pronto da lanciare. Si buttò con la pancia a terra e con tutta la forza che riuscì a trovare issò Lora a bordo. La pietra sibilò a pochi centimetri da loro, lanciato da Kevin che ora correva a perdifiato nell'intento di seguirli.
-Brutti bastardi! Me la pagherete!- gridava a squarciagola. -Tu e quelle due galline dovete morire! Spero che le rotaie vi affettino come maiali, quali siete!- Era fuori di se dalla rabbia. Poi i tre videro Tommy afferrarlo da dietro e buttarlo a terra, quindi il treno svoltò, mostrando solo la fila di case di Anderson.
-Tutto bene?- chiese Luke. Lora e Donna si erano abbracciate e in quel momento piangevano.
-Non ce la faccio!- piagnucolò la ragazza dei suoi sogni, quella che lui credeva forte e inattaccabile. Ora era solo uno scricciolo impaurito ai suoi piedi. La testa gli pulsava, ma la vista era tornata normale. Il treno non si sarebbe fermato prima della prossima stazione, che si trovava a circa duecento miglia. Dovevano saltare per forza, altrimenti sarebbero stati guai grossi.
-Dobbiamo farlo- disse loro dolcemente -perchè non c'è altra soluzione-.
Lo guardarono, asciugandosi gli occhi. In piedi, con la faccia imbrattata di sangue parve loro un guerriero al comando. Luke emanava sicurezza e coraggio, tutte cose che sembravano perdute. Donna si alzò e lo abbraccio goffamente, e lui rispose alla stretta poggiandole la testa nell'incavo della spalla. Quindi allungò la mano e afferrò quella di Lora.
-Insieme ce la faremo- nella voce risuonò una sicurezza che trascendeva i suoi tredici anni. -Basta volerlo-.
Si misero in osservazione e dopo pochi minuti scorsero il grande Mare dei Simmons comparire. Sembrava quasi un oceano, dove l'aria spostata dal treno faceva ondeggiare gli steli come onde. Quel Mare li aspettava, saltandoci dentro avrebbero compiuto il miracolo.
-D'ora in poi tutto andrà bene- disse Luke alle ragazze. -Tu riuscirai ad uscire con Bob, mio papà troverà un nuovo lavoro, Kevin capirà di aver sbagliato e noi... staremo sempre insieme-.
Si girò verso Donna e la baciò dolcemente sulla fronte. Era il momento tanto atteso, quello del salto purificatore; i ragazzi si presero per mano e lanciandosi in aria atterrarono nell'erba, che li accolse avvolgendoli. Il Mare dei Simmons aveva compiuto il miracolo.